La terapia di gruppo, che cos’è e quando è utile

La psicoterapia oltre che individualmente, può anche essere di gruppo.

Più persone, in genere da 6 a un massimo di 10, 12, si riuniscono insieme al terapeuta o ai terapeuti che conducono la sessione. Le persone che prendono parte alla terapia di gruppo sono scelte dal terapeuta sulla base di una valutazione approfondita sull’utilità che la persona può trarre da questo tipo di intervento.

I gruppi possono riguardare soggetti che hanno tutti, per grandi linee, la stessa tipologia di disagio (ad esempio persone con disturbo d’ansia); oppure soggetti che si trovano nella stessa fase del ciclo di vita (ad esempio gruppo di adolescenti); oppure può trattarsi di gruppi a tema (ad esempio gruppo per l’elaborazione del lutto); oppure può trattarsi di gruppi che hanno prevalentemente un orientamento psico-educativo ed esperienziale (ad esempio gruppo Mindfulness Based Stress Reduction , MBRS); oppure gruppi in cui le persone sono legate da un unico scopo (ad esempio i gruppi aziendali per valutare il benessere di determinate categorie). Il terapeuta, inoltre, può creare gruppi ibridi, che attingono in varia misura all’una o all’altra tipologia di gruppo a seconda degli obiettivi terapeutici per cui mette insieme le persone.

Nei gruppi creati in base alla tipologia del disagio (ad esempio, persone che soffrono d’ansia), il terapeuta, di solito, fa passare i pazienti che hanno fatto precedentemente una psicoterapia individuale e che ipotizza possano fare, nel contesto gruppale, un salto evolutivo importante. Infatti, la caratteristica del lavoro psicologico in gruppo è proprio la rapidità con cui la persona verifica le proprie teorie disfunzionali, ne diviene consapevole e si impegna a sperimentarne di nuove più adattive. I vantaggi della terapia di gruppo, inoltre, si estendono anche ai costi che sono inferiori alla terapia individuale.

Lavorare in gruppo prevede il rispetto di regole basilari: riservatezza assoluta (nessun membro può parlare di ciò che avviene nel gruppo al di fuori dello stesso); rispetto e attitudine non-giudicante sono fondamentali; si deve rispettare l’impegno preso e si deve giungere in orario agli incontri. Queste regole sono molto rigide, valgono per ogni tipo di gruppo per garantirne la durata e risultare protettive nei confronti di ogni suo componente.

Nelle altre tipologie di gruppo il collante tra le persone è dato da un interesse, dall’età, dalla condivisione di una situazione specifica. In questi casi, il controllo che il terapeuta esercita sulla partecipazione dei soggetti al gruppo è meno rigida. Infatti, di solito, lo psicoterapeuta propone un gruppo, ad esempio, a tema (controllo dell’alimentazione), al quale possono aderire persone conosciute e non; stabilisce un numero di incontri (ad esempio 4 sessioni), l’ora, i costi. Talvolta, il terapeuta può invitare le persone che non conosce ad un breve colloquio preliminare per essere certo che quella persona possa lavorare in gruppo.

Molto spesso, ciò che motiva le persone a partecipare ad una terapia di gruppo, è l’interesse personale per un tema, un argomento e, contemporaneamente, l’interesse per l’esperienza in gruppo, certamente più dinamica e coinvolgente.

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