La caratteristica essenziale è un’ansia persistente e generalizzata della durata di almeno un mese. La persona ha difficoltà a controllare la paura e la preoccupazione che sono presenti durante tutte le sue giornate con maggiore o minore intensità. L’ansia diventa un sottofondo costante e non riguarda specifiche attività o impegni. Irrequietezza, nervosismo, affaticabilità, difficoltà a concentrarsi e vuoti di memoria, insonnia. Questa condizione di malessere condiziona fortemente la qualità della vita della persona e anche le prestazioni che questa deve rispetto agli impegni lavorativi, familiari, sociali e delle altre aree importanti nella sua vita.

Per la terapia cognitivo comportamentale comprendere l’ansia del paziente significa chiarire la struttura teorica di riferimento della persona e le sue distorsioni cognitive, lavorare sui suoi pensieri, le sue immagini, su quello che sta sperimentando emotivamente, sulle strategie che mette in atto alla percezione del pericolo. Questo lavoro preliminare è necessario per poi proseguire alla ristrutturazione cognitiva attraverso strategie e tecniche sia cognitive che comportamentali che conducono il paziente al cambiamento e alla sicurezza di sé.

Poiché il disturbo d’ansia condiziona fortemente la vita della persona che vede limitarsi sempre più il proprio spazio d’azione con un grosso investimento di energie psichiche rivolto a gestire e contenere la paura e la preoccupazione, la persona si rivolge alla psicoterapia nella speranza di alleggerire lo stato di disagio. L’associazione degli elementi cognitivisti con quelli comportamentali consente un doppio intervento che va ad esplorare da un lato, il sistema di valori, le rappresentazioni e l’iperattivazione del sistema di allarme soggettivo e dall’altro insegna l’utilizzo e la gestione più efficace dell’ansia attraverso strategie e tecniche di provata efficacia.

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